La base sicura è la possibilità e la capacità di un individuo di avere intorno a sé persone fidate con cui instaurare legami di attaccamento reciproci e solidi. John Bowlby, psicoanalista inglese, ci spiega come funzionano i i rapporti interpersonali sani in base al concetto di base sicura, sfatando anche il mito dell’indipendenza.
John Bowlby, Costruzione e rottura dei legami di attaccamento. Raffaello Cortina Editore
Abbiamo ampie prove del fatto che gli esseri umani di ogni età sono più sereni e in grado di affinare il proprio ingegno per trarne un maggiore profitto se possono confidare nel fatto che al loro fianco ci siano più persone fidate che verranno loro in aiuto in caso di difficoltà. La persona fidata, nota anche come figura di attaccamento, può essere considerata come quella che fornisce la sua compagnia assieme a una base sicura da cui operare.
L’esigenza di una figura di attaccamento come sicura base personale non è in alcun modo limitata ai bambini, anche se, a causa della sua urgenza nei primi anni di vita, è più evidente in quegli anni, e proprio in quegli anni è stata maggiormente studiata. Vi sono buoni motivi per credere, comunque, che tale esigenza possa essere riferita anche ad adolescenti e adulti maturi. Certo, in questi periodi l’esigenza è in genere meno evidente e probabilmente differisce sia a seconda del sesso che delle varie fasi della vita. Per tali ragioni e anche per motivi derivanti dai valori della cultura occidentale, l’esigenza da parte degli adulti di una base sicura tende spesso ad essere trascurata, se non denigrata.
Il quadro della personalità che si delinea comprende due principali serie d’influenze. La prima riguarda la presenza o l’assenza, parziale o totale, di una figura fidata, volonterosa e capace di fornire il tipo di base sicura richiesto per ogni fase del ciclo vitale.
Queste costituiscono le influenze esterne, o ambientali. La seconda serie riguarda la relativa capacità o incapacità di un individuo di riconoscere se una persona sia fidata e dotata della volontà di fornire una base e, una volta riconosciuto ciò, di collaborare con questa persona in modo da stabilire e mantenere un rapporto reciprocamente gratificante. Queste costituiscono le influenze interne o dell’organismo.
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