Il successo non è solo quello che ogni giorno ci propongono i media a proposito di personaggi famosi. Il vero successo è qualcosa di molto più personale e quotidiano legato alle nostre vite “normali”. Il vero successo è riuscire a restare collegati con i propri valori per trovare la nostra strada o ritrovarla e rimanerci dopo una sconfitta. Il successo come ci dice Russ Harris è “ascoltare il nostro cuore”. Russ Harris, “La trappola della felicità”, Erickson
Che si parli di artisti, medici, atleti, uomini d’affari, rock star, politici o poliziotti, generalmente le persone vengono definite «di successo» sulla base degli obiettivi che hanno raggiunto. Se aderiamo a questa definizione tristemente limitata ci condanniamo a una vita concentrata sugli obiettivi: frustrazione cronica punteggiata da fugaci momenti di gratificazione. Ti invito perciò a considerare una nuova definizione: avere successo nella vita significa vivere secondo i propri valori. Adottare questa definizione implica che puoi avere successo adesso, che tu abbia raggiunto o meno i tuoi obiettivi più importanti. La realizzazione è qui, in questo momento, ogni volta che agisci in linea con i tuoi valori. E sei libero dal bisogno dell’approvazione altrui. Non hai bisogno di qualcuno che ti dica che «ce l’hai fatta». Non hai bisogno di qualcuno che ti confermi che «stai facendo la cosa giusta». Tu sai quando stai agendo secondo i tuoi valori e basta questo. Soula, Donna e le altre persone che abbiamo incontrato in questo libro non sono eroi come quelli che si vedono nei film. Non hanno compiuto imprese grandiose né hanno trionfato contro ogni avversità. Ma hanno tutte avuto successo connettendosi con il proprio cuore e realizzando cambiamenti significativi nella loro vita. (Naturalmente, come ho già detto, vivere secondo i tuoi valori non significa rinunciare ai tuoi obiettivi; significa semplicemente che sposti l’accento in modo che nella tua vita apprezzi quello che hai invece di concentrarti sempre su quello che non hai.) Vale la pena di precisare anche che ognuno dei pazienti di cui ho scritto ha effettivamente, in più occasioni, «perso la rotta». Tutti qualche volta hanno il perso il contatto con i loro valori, si sono fatti prendere da pensieri inutili, hanno lottato contro emozioni dolorose e hanno agito in modo controproducente.
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