Il sentimento della gelosia non è una reazione emotiva semplice e banale come si potrebbe credere dal momento che spesso tendiamo a considerarla una risposta ovvia e naturale. In realtà essa sottende complesse dinamiche mentali e arcaici meccanismi psichici…
“Una caratteristica particolare della gelosia è il senso di umiliazione che invariabilmente l’accompagna per aver danneggiato la fiducia in se stessi e il senso di sicurezza. La perdita della fiducia in se stessi spesso non è sentita consciamente da una persona gelosa. Quanto più il geloso è furioso e aggressivo, tanto meno si sente umiliato e viceversa, meno si sente aggressivo e arrabbiato e più è miserabile e depresso. La persona gelosa inevitabilmente si sente umiliata e inferiore e, meno consciamente, indegna, depressa e colpevole. Questo vuol dire che non essere amata, o credere di non esserlo, significa per lei inconsciamente che non è da amare, che è odiosa, e piena di odio. Essa sente, inconsciamente o no, che è stata abbandonata e negletta dalla persona che ama perché non è abbastanza buona per lei. La depressione e la sensazione di essere indifesa di fronte al pericolo che questo pensiero di essere non-amabile fa sorgere in lei (insieme a tutte le paure di solitudine che lo accompagnano) sono insopportabili. Questo spiega l’acutezza e la torturante amarezza della gelosia, che tuti noi ci sforziamo di mitigare condannando e odiando qualcun altro, in questo caso il rivale. (…) Ora, l’uomo che ha perduto, o pensa di perdere, la donna che ama, reagisce non solo alla perdita del possesso e dell’amore di lei, ma anche alla perdita di questo amore e possesso come prove di fronte a se stesso del proprio valore e quindi della sicurezza nel proprio mondo mentale, per non parlare del mondo esterno. Il suo valore di fronte a se stesso può essere rappresentato dalla forza, dall’intelligenza, dalla potenza sessuale, dalle virtù morali, dalla salute, per citare solo alcuni tra i molteplici simboli di bontà che variano per ciascuno individuo; ma in ogni caso il simbolo rappresenta le rassicurazioni scelte dall’individuo, le sue risorse per proteggersi e contrapporsi ai pericoli delle forze malvage dentro di lui. Un partner sessuale è sentito (specialmente nella relazione stabile del matrimonio dove esiste una certa responsabilità e impegno da ambo le parti), come un importante riconoscimento e perciò come una prova di quella preponderanza del bene sul male in noi stessi che tutti noi cerchiamo e da cui dipende la nostra pace mentale.”
COMMENTO: Il sentimento della gelosia può essere sperimentato in tante circostanze e in differenti situazioni interpersonali ma non c’è dubbio che la tipica sua manifestazione la ritroviamo nella rivalità in amore. Il sentimento della gelosia nella sua più struttura di base è una reazione aggressiva verso il/la rivale e al tempo stesso verso il proprio oggetto d’amore. La ragione profonda di tutto questo non sta solo nel sentimento di possesso che viene messo in discussine ma nel vissuto emotivo che questa minaccia mette in moto. Si tratta della percezione che abbiamo di noi stessi di poter essere amati, di avere un valore, che l’eventuale perdita dell’oggetto d’amore mette in discussione dando spazio a vissuti di autosvilimento e disistima. Come ben sottolinea la psicoanalista Melania Klein tali vissuti si collegano e riattivano analoghe emozioni provate originariamente nell’infanzia e riattivano le primitive reazioni di rabbia e depressione con cui reagimmo ad esse. I percorsi evolutivi e le esperienze che contraddistinguono la nostra storia, il passaggio dall’infanzia alla vita adulta dovrebbe essere contraddistinto dalla possibilità di arginare questi vissuti (apprendere a contenerli) di pari passo con la maturazione di una salda autostima e amor proprio in grado di non sgretolarsi qualora si verifichi la perdita dell’oggetto d’amore in età adulta. Ma spesso, nei casi estremi, quando ciò non accade e l’immaturità emotiva la fa da padrona, il sentimento della gelosia diventa intollerabile e, nella vita adulta, si tende a ripetere in maniera stereotipata le infantili reazioni alla perdita dell’oggetto amato. Dobbiamo tenere conto che, anche da adulti, permangono comunque dentro di noi ben nascosti e contenuti dei vissuti negativi relativi a noi stessi: un dubbio di non poter essere amati perché indegni alberga sempre nella nostra vita interiore, pronto a irrompere nella nostra coscienza quando la nostra amabilità viene messa in discussione dalla rottura di legami affettivi.
Come rileva Melania Klein: “gli individui variano anche in questo; effettivamente non ripetiamo le nostre esperienze infantili per puro divertimento. Questa ripetizione avviene per la stessa ragione per cui ci siamo comportati in quel modo la prima volta, e perché, anche se siamo cresciuti, non abbiamo trovato ancora una strada migliore.” Queste riflessioni sul sentimento della gelosia aprono poi la strada a considerazioni più ampie sulla natura e il senso dell’amore inteso anche come difesa contro quel sentimento che è “la possibilità di non essere degni d’amore” insito sempre in ognuno di noi. I legami d’amore sono allora una fonte di benessere anche perché arginano questo vissuto, rappresentando un baluardo contro il dolore, la distruttività e la povertà interna che potremmo sperimentare. Si comprende così il perché il sentimento della gelosia non è solo una risposta alla perdita del possesso ma un’esperienza conseguente alla paura più o meno consapevole di non essere degni d’amore.
Melania Klein e Joan Riviere, “Amore, odio e riparazione”. Astrolabio
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