L’ arte di vivere – secondo lo psicoanalista Erich Fromm – dovrebbe essere quella pratica che porta ciascun individuo, secondo una propria strada, a sviluppare se stesso in una esistenza piena e completa, di realizzazione del proprio essere una persona. L’ arte di vivere non è allora un accumulo di beni o il raggiungimento di determinati status, ma la vera possibilità di vivere una vita realmente libera dai falsi miti della società attuale.
“I nostri contemporanei vorrebbero vivere felici senza prima sapere come si fa. Già Meister Eckhart si chiedeva come si pretendesse di imparare l’arte di vivere e di morire senza gli insegnamenti necessari. Questa è la domanda cruciale: oggi invece la gente sogna una grande felicità, ma non ha la più pallida idea sulle condizioni indispensabili per poter essere felici o condurre una vita in qualche misura soddisfacente. Io ho una chiara convinzione etica e una precisa idea su come debba configurarsi una cultura che miri al benessere umano. Col che non intendo dire di avere un piano dettagliato su come la società dovrebbe essere esattamente. (…) Rispetto ai valori-guida della nostra cultura io ho un’idea molto precisa: lo scopo principale della vita deve essere lo sviluppo completo dell’uomo, e non le cose, la produzione, la ricchezza o gli averi; lo stesso processo vitale deve essere davvero visto come un’opera d’arte. La vita è il capolavoro di un singolo individuo che deve mirare al massimo di forza e di crescita. La vita del singolo è da considerarsi la cosa più importante. Ma che cosa è davvero importante? (…) Oggi l’uso che si fa della propria vita non ha più una grande importanza. Quello che conta è avere successo, conquistare potere e prestigio, salire nella scala sociale, saper usare le macchine. Ma quanto a umanità, le persone si atrofizzano, tendono a regredire. Anche se aumenta la capacità di guadagnare denaro e di manipolare gli altri, dal punto di vista umano non si migliora di certo. Non si impara nulla e non si ottiene alcun risultato se non si è convinti che ciò che si intraprende sia la cosa più importante. Chi vuole apprendere qualcosa «perché sarebbe bello…» non imparerà mai nulla di serio. Solo chi ogni giorno si esercita per ore al piano può diventare un buon pianista. Lo stesso vale vuoi per la ballerina vuoi per il carpentiere. Sia l’uno che l’altra si esercitano ogni giorno per ore perché ciò che hanno scelto è diventato per loro la cosa più importante. Il Talmud lo spiega in modo molto convincente: quando gli Ebrei attraversarono il mar Rosso, Dio disse a Mosè di sollevare la sua verga e l’acqua si sarebbe aperta davanti a lui. Questo è ciò che racconta la Bibbia. Ma il Talmud dice: quando Mosè sollevò la verga, le acque non si aprirono. Le acque si ritirarono solo quando il primo Ebreo si fu gettato in mezzo ai flutti. Il punto cruciale è che non avviene nulla finché non si ha il coraggio di buttarsi.”
Commento – L’ arte di vivere potremmo dire che al suo interno contempli il fine di essere felici, ma tale traguardo non può essere raggiunto semplicemente parlando o leggendo libri su cosa fare. Al fine di arrivare a tale obiettivo è necessario operare in noi un vero cambiamento rispetto ai dettami che abbiamo appreso attraverso i condizionamenti culturali e tale cambiamento per essere realizzato deve essere supportato da una ferma volontà nell’individuo in grado di spingerlo a farlo. Ma questo non è facile anche se desiderato da molti e così davanti al fallimento di questo obiettivo – la nostra felicità – ci scarichiamo della responsabilità addossandola agli altri. Quando si parla di responsabilità e non di “colpa” è proprio perché il primo termine rimanda alla possibilità di osservarci e provare a fare meglio, mentre il secondo comporta frustrazione e demotivazione. Quindi l’ arte di vivere ci richiede soprattutto di aumentare il nostro senso di responsabilità e la ferma volontà di sviluppare il nostro essere per stare meglio. Come ci ricorda Erich Fromm: “Finché ci si limita a guardare da lontano ciò che si intende raggiungere, non si comprende assolutamente nulla”. Tutto ciò che apprendiamo deve diventare nostro, metabolizzato: deve acquisire per noi un peso reale altrimenti rischia di rimanere soltanto come qualcosa di piacevole senza veramente incidere nella nostra esistenza. Così se leggiamo libri su come migliorare noi stessi o seguiamo delle conferenze sullo sviluppo personale dobbiamo poi impegnare noi stessi a usare quelle informazione e indicazioni con cui siamo venuti in contatto per altrimenti “ciò che non ha un significato diretto per la vita non merita di essere appreso. É meglio andare a pesca, in barca a vela o a ballare, piuttosto che apprendere cose che non hanno alcuna conseguenza diretta o indiretta sulla nostra esistenza.”
Erich Fromm, L’arte di ascoltare. Mondadori
Leggi altri pensieri di Erich Fromm: I diversi tipi d’amore
Leggi su Erich Fromm