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Emozioni positive e felicità

Le emozioni positive sono la via di accesso alla felicità che, a sua volta, favorirà successo e risultati nella nostra vita. Dunque la prospettiva che vuole che sia il successo a generare la felicità viene completamente ribaltata… Shawn Achor, “Il vantaggio della felicità”, Edizioni “Scuola di Palo Alto”

Per innumerevoli generazioni siamo stati portati a credere che la felicità orbitasse intorno al successo, che, se lavoriamo sodo, avremo successo e solo allora saremo felici. Il successo doveva essere il punto fermo nell’universo del lavoro e la felicità era pensata per ruotargli attorno. Ora, grazie ai progressi nel campo in espansione della Psicologia Positiva, stiamo imparando che è vero il contrario. Quando siamo felici – cioè quando la nostra mentalità e il nostro umore sono positivi – siamo più intelligenti, più motivati e, quindi, otteniamo un successo maggiore. La felicità è il fulcro e il successo le ruota attorno. Sfortunatamente, malgrado decenni di ricerche che ci illustrano come stanno davvero le cose, molte aziende e i loro leader rimangono ostinatamente attaccati al vecchio modo – errato – di pensare. Coloro che detengono l’autorità e il potere continuano a dirci che se oggi lavoriamo sodo avremo successo e, di conseguenza, saremo più felici, in un futuro più o meno vicino. Mentre siamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi, la felicità è quasi irrilevante, oppure rappresenta un lusso di cui possiamo facilmente fare a meno o una ricompensa che può essere guadagnata solo dopo una vita di fatica e sacrifici. Alcuni la considerano addirittura una debolezza, un sintomo che non ci stiamo dando da fare abbastanza. (…)

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Emozioni : l’altra parte di noi

Le emozioni si costituiscono come il background su cui si fonda la nostra vita; benché, certo, esse siano meno facilmente comunicabili che non i pensieri. Eugenio Borgna con il suo sensibilissimo linguaggio riesce a trasmettere il senso fondamentale della vita emotiva di ognuno di noi.
Eugenio Borgna, Le emozioni ferite. Feltrinelli

Gli orizzonti di senso delle emozioni sono sconfinati (…).Le emozioni dicono quello che avviene in noi, nella nostra psiche, nella nostra interiorità, nella nostra anima. Le emozioni nascono immediatamente in noi; ce ne sono nondimeno alcune che ci è possibile rimuovere, o tenere sotto controllo; e altre che sono inafferrabili e incontrollabili, e che ci è solo possibile rivivere in noi. Non c’è solo, in ogni caso, la conoscenza razionale ma anche la conoscenza emozionale che ci porta nel cuore di alcune esperienze di vita irraggiungibili dalla ragione cartesiana. (…) Le emozioni sono infinite: ci sono emozioni forti ed emozioni deboli che nondimeno sconfinano, o almeno possono sconfinare, le une nelle altre.
L’ansia, l’inquietudine dell’anima, la tristezza, la nostalgia, la vergogna, la serenità, la gioia, l’ira, che a volte si sovrappongono, e si intrecciano, e a volte si manifestano nella loro autonomia semantica. Ogni emozione si confronta con un orizzonte di senso, con un alterego, con un tu, con un oggetto che può essere interno, o esterno, e ogni emozione ha un suo proprio tempo interiore che si fa evidente in alcune emozioni come sono la noia, l’attesa e la speranza. Quando si parla di tempo non ci si riferisce, ovviamente, al tempo dell’orologio ma al tempo soggettivo, al tempo vissuto: il tempo interiore della speranza è il futuro come quello dell’attesa, il tempo interiore della nostalgia e della tristezza è il passato, benché con incrinature diverse, il tempo della gioia è il presente così friabile e così inafferrabile, il tempo dell’ira è il presente dilatato, e deformato, in slanci di aggressività, il tempo dell’ansia è il futuro: un futuro che si rivive come già realizzato nelle ombre dolorose di una morte vissuta come imminente. (…) Le emozioni costituiscono il fondamento su cui si svolge la nostra vita; benché esse siano più difficilmente comunicabili che non i pensieri: a disposizione dei quali sta sempre il linguaggio. Le parole, invece, servono poco ad esprimere le emozioni che noi proviamo; e, di sovente, perfino la natura delle nostre emozioni ci è oscura e ignota. Quando diciamo di avere “dolore”, “angoscia”, o “piacere”, non sentiamo tutti la stessa cosa, e non siamo talora nemmeno in grado di descrivere queste emozioni. Le emozioni, anche perché la loro origine e la loro descrizione destano molti enigmi, sono oggi considerate molto più seriamente che non nel passato. Emozioni e ragione, esperienze emozionali ed esperienze razionali, formano una unità molto stretta, e solo chi dà ascolto alle proprie emozioni, e le prende sul serio, può realizzare cose “ragionevoli”.

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