lavoro su di sé

Il lavoro su di sé

Il lavoro su di sé rappresenta lo strumento principale per chi desideri realmente una crescita personale che investa tutto il proprio Essere. Si tratta di una strada faticosa molto diversa dalle facili e ingannevoli promesse di una certa psicologia forzatamente positiva. Il lavoro su di sé si rivela adatto solo per coloro che veramente ne avvertono il bisogno e che possono fare conto sulla propria volontà a sostegno del proprio impegno.

Tutte le persone che sperimentano un disagio psicologico o interpersonale, sia che vengano in psicoterapia o che cerchino di risolvere con le proprie risorse il problema, tendono a concentrare la propria attenzione sulle specifiche questioni che le affliggono. Per così dire si accontentano di mettere fine a quel determinato malessere che non le fa stare bene per poi riprendere, nella maggior parte dei casi, la propria vita nello stesso modo con cui fino ad ora era stata condotta. Poche persone sono motivate, perché ne capiscono la reale importanza, ad impegnarsi in un lavoro su di sé in grado di produrre un vero cambiamento inteso come crescita della propria persona. Questo lavoro su di sé non può essere affrontato avendo fretta e o con superficialità dal momento che per realizzarsi ha bisogno di essere supportato dall’inizio da una solida volontà di conoscere ciò che realmente ciascuno di noi è. La prima cosa attraverso cui chi si impegna in tale lavoro deve passare è la consapevolezza di essere una “macchina”, ossia il fatto che il proprio comportamento è per lo più automatico, guidato da abitudini. Arrivare ad avere l’esperienza che ciascuno di noi conduce la propria vita avendo inserito il “pilota automatico” è la prima consapevolezza necessaria per svolgere il lavoro su noi stessi. Chiaramente il fatto di essere delle “macchine” non vuol dire solo vivere di abitudini, ma anche di essere soggetti  inconsapevoli a tutte le influenze provenienti dall’esterno e dal nostro interno. Per essere liberi dalle influenze provenienti dal nostro interno e dall’esterno dobbiamo imparare a conoscere noi stessi, ossia a individuare i meccanismi mentali con cui funzioniamo. Questo è il principale scopo del lavoro su di sé basato sull’insegnamento della Quarta Via, che si sostanzia in tre aspetti: l’apprendimento un metodo per conoscere noi stessi; la conoscenza di noi stessi; la possibilità di  cambiare. Esso si basa sugli insegnamenti psicologici che sono la base della cosiddetta Quarta Via, un metodo per l’evoluzione e la crescita dell’essere umano diffuso da Georges Ivanovič Gurdjieff  e in parte dai suoi allievi. L’uomo nel suo ordinario stato esistenziale non è consapevole di se stesso e tanto meno un essere stabile: un momento è un individuo e il momento successivo muta in un altro e così via. Per questa sua scarsa coscienza di sé e non conoscenza l’individuo ritiene di essere uno e di conoscere bene la sua unità (il suo Io) ma in realtà così pensando egli illude e inganna se stesso. Il sistema psicologico mutuato dalla Quarta Via considera un tale individuo come un essere incompleto. Tuttavia a differenza di molte altre psicologie, non si dedica allo studio delle “psicopatologie” della persona ma la studia in rapporto a quello che potrebbe essere il suo possibile sviluppo.

La psicologia secondo l’insegnamento della Quarta Via si occupa dell’individuo non solo nelle sue ordinarie manifestazioni mentali, comportamentali ed emozionali ma, soprattutto, della sua possibile evoluzione. In altri termini questa psicologia è più interessate a ciò che ciascuno di noi potrebbe diventare. Molte delle psicologie esistenti spesso considerano l’essere umano in modo frammentato e ogni nuova “scoperta”, non essendo mirata a un reale sviluppo interiore, si traduce in una serie di indicazioni rivolte a ottenere o mantenere un equilibrio momentaneo e mai alla sua rottura in vista di un nuovo livello evolutivo. La psicologia, al contrario, dovrebbe affrontare quello che è lo sviluppo auspicabile dell’individuo, indicando le condizioni perché tale crescita si verifichi, ben sapendo che è l’essere umano stesso per il tipo di vita che conduce nello stato ordinario a rappresentare il principale ostacolo affinché ciò avvenga. Infatti l’individuo ordinario così come è rappresentasolo lo stadio embrionale di un più alto livello del proprio Essere. Unità del proprio Io, consapevolezza e conoscenza sono le caratteristiche della persona che arriva a questo altro livello e, dunque, è errato attribuirsi tali caratteristiche al livello ordinario. Ogni persona, pur non avendo lavorato su se stessa, crede di essere (avere) un unico Io, di vivere coscientemente e di conoscersi. Tuttavia si tratta di convinzioni sbagliate e per quante resistenze si possano opporre a questa verità, esse rimangono credenze errate. Per esempio: con una attenta osservazione di noi stessi possiamo constatare che, nello stato ordinario, non siamo uno ma molti. Se volessimo usare una immagine per rendere tutto ciò potremmo dire che l’individuo somiglia ad un’assemblea dove ora una persona, ora un’altra, si alza e parla, senza nessun accordo tra queste differenti persone. In altri termini, ciascuno di noi nello stato ordinario è un essere pieno di contraddizioni che però evitiamo di vedere e di prenderne consapevolezza. Proprio l’esperienza di questi errori nella considerazione di noi è il primo passo per lavorare su se stessi e tale consapevolezza è possibile raggiungerla solo tramite l’osservazione di sé. Il sistema psicologico basato sulla Quarta Via fornisce a chi intraprende il percorso una mappa per conoscere la “macchina umana”, sia nelle sue parti che del loro funzionamento. Il lavoro su di se stessi è, dunque, utile per raggiungere uno stato più evoluto del proprio essere e la parte iniziale di tale lavoro è focalizzata sull’auto-osservazione del nostro essere psicologico, delle manifestazioni riguardanti il nostro mondo interiore rispetto al mondo esteriore. Il lavoro su noi stessi ha l’obiettivo di migliorarci e non si deve avere timore nell’affermare che ciò comporterà un’evoluzione del nostro Essere. La pratica del lavoro si basa sul principio che, compiendo lo sforzo di ricordarci, dobbiamo cercare di essere consapevoli di noi stessi attraverso l’osservazione. Questo ci aiuta a mettere in relazione gli input che continuamente riceviamo dall’esterno con le nostre risposte meccaniche (automatiche)ad esse. La consapevolezza così creata, deve poi essere messa in relazione ai concetti che compongono il sistema psicologico su cui si basa il lavoro, produce la comprensione dei processi mentali che hanno luogo in noi e delle loro motivazioni. È per questo motivo che l’inizio del lavoro su di sé si deve basare sia sull’osservazione di sé sia sulla conoscenza delle idee del sistema psicologico che ne sono alla base.

Questo post è parte di un percorso per stimolare in chi legge un lavoro su di sé ispirato alle idee della Quarta Via riviste nell’ottica della psicologia attuale. Nel corso dei post, pubblicati a cadenza settimanale, verranno fornite anche le indicazioni per una serie di esercizi volti a focalizzate l’attenzione sull’osservazione di sé al fine di acquisire una consapevolezza maggiore. Ogni post è di per sé esaustivo, ma chi intendesse usare questa risorsa per cominciare a lavorare su di sé, è importante seguire la cronologia dei post come progressione logicadegli argomenti.

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