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Separazione : destino dell’amore?

La separazione è il destino di ogni amore anche se promesso come eterno. Perché l’amore è quanto di più fragile ci possa essere nell’esperienza umana… Massimo Recalcati, Mantieni il bacio, Feltrinelli

Ogni promessa, compresa la promessa d’amore, contiene un’ambiguità; ogni giuramento, come ricorda Derrida, porta con sé l’ombra spessa dello spergiuro. Non per malafede, ma per l’inesorabilità delle cose. Colui che oggi promette che l’amore che lo lega all’Altro sarà per sempre, anche solo fra qualche mese non sarà più lo stesso di quando ha formulato il suo giuramento. Dunque il patto tra gli amanti – al di là delle stelle e dei contratti matrimoniali – esige che la fedeltà al “per sempre”, alla promessa, sia rinnovata giorno dopo giorno. Sicché ogni amore che vuole essere per sempre può conoscere sempre, in ogni istante, la sua fine. Ogni amore, pur volendo essere eterno, cammina sempre sul filo teso e sottile dell’apparizione e della sparizione, della vita e della morte. Perché allora, si chiede giustamente Barthes, durare sarebbe meglio di bruciare? Non sarebbe meglio bruciare senza rincorrere inutilmente l’illusione di durare? Ma non è questa forse la lusinga del nostro tempo? Il desiderio brucia o dura senza vita. Non c’è possibilità che l’amore duri bruciando. Durare e bruciare si escludono: se si brucia non si dura e se si dura non si brucia. Ogni rapporto d’amore vive sempre in bilico. Non è affatto, come ritiene il senso comune, fare ed essere Uno con l’Altro; l’amore non è mai un “tutto”. Io amo tutto dell’Altro, ma l’amore è sempre un non-tutto, esclude la coincidenza, la fusione, la compenetrazione.

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