John Bowlby

John Bowlby: la sana dipendenza

John Bowlby, psicoanalista inglese, ci spiega che “la base sicura” non è solo avere intorno a sé persone in grado di prendersi cura di noi all’occorrenza, ma anche la capacità di sapere individuare intorno a sé persone fidate con cui instaurare legami di attaccamento reciproci e solidi. Tutto questo è alla base di  rapporti interpersonali sani…

“Una personalità sana, a qualunque età, ri­flette per prima cosa la capacità individuale di riconoscere le figure appropriate, volonterose e capaci di fornire una base sicura e, in se­condo luogo, la capacità di collaborare con tali figure in un rappor­to reciprocamente gratificante. Al contrario, molte forme di perso­nalità disturbata riflettono una capacità “menomata” di individua­re figure appropriate e volonterose e/o una capacità “menomata” di collaborare in relazioni gratificanti con tali figure, una volta tro­vate. Questa “menomazione” può essere di vario grado ed assume­re molte forme, come: l’aggrapparsi ansioso, richieste eccessive o sproporzionate ad età e situazioni, il distacco disimpegnato e l’indi­pendenza provocatoria. Paradossalmente la personalità sana, se considerata in quest’otti­ca, non si rivela assolutamente indipendente, come indicano invece gli stereotipi culturali. Gli elementi essenziali sono dati da una ca­pacità di far fiduciosamente conto sugli altri quando l’occasione lo richieda e di sapere su chi è giusto far conto. Una persona “sana” dunque è capace di cambiare ruolo se la situazione cambia. In un dato momento essa offre una base sicura per l’azione di un suo compagno o dei suoi compagni, mentre in un altro momento è con­tenta di poter far conto su uno dei suoi compagni che le offra a sua volta un’analoga base. (…) Al fine di fornire la continuità di un potenziale sostegno, che è l’essenza di una base sicura, i rapporti tra gli individui coinvolti de­vono persistere per un periodo di tempo valutabile in termini di an­ni.”

COMMENTO: John Bowlby, nei suoi studi, osserva che tutti gli esseri umani a tutte le età manifestano maggiori livelli di serenità e sono in grado di utilizzare al meglio le proprie capacità e qualità per trarre da esse il maggiore profitto se sono nella condizione di avere accanto a sé persone fidate sul cui aiuto, in caso di difficoltà, possono far conto. Tali persone fidate sono definite anche come figure di attacca­mento dal momento che esse forniscono la propria compagnia funzionando come base sicura da cui operare. John Bowlby ci fa notare che la necessità di avere accanto a sé figure di attaccamento come base sicura personale non va circoscritta solo nell’infanzia, anche se proprio in quel periodo il bisogno di simili figure è basilare e urgente, ma va estesa anche in altre fasi della vita degli individui. Infatti, secondo John Bowlby tale esigenza va riferita anche agli adolescenti e agli adulti maturi. Sicuramente in tali altre fasi il bisogno delle figure di attaccamento è meno evidente rispetto all’infanzia e differisce nelle persone sia a seconda del sesso che delle età. Tuttavia, nonostante tali evidenze, per questioni legate alla tipologia di valori presenti nella cultura occidentale, questa esigenza specie negli adulti tende spesso ad essere dimenticata e denigrata come segno di debolezza. Ma sappiamo bene che ciò è profondamente fonte di un pregiudizio e che proprio la capacità di sapere avere intorno a sé figure di attaccamento e di saper collaborare con esse, rappresenta una delle variabili più importanti per il nostro equilibrio psichico.

Per certi versi le esperienze che una persona fa nell’infanzia sono in grado di strutturare il tipo di aspettative che poi l’adulto avrà di trovare o meno una sicura base personale, dal momento che tali esperienze precoci possono influenzare la capacità di stabilire e mantenere, quando c’è il bisogno, un rapporto reciprocamente gratificante con le figure di attaccamento. Infatti la qualità delle aspettative che una persona possiede, unitamente alla sua capacità di stabilire legami, svolge un ruolo ri­levante nella scelta del tipo di persone a cui ci si accosterà, e nel modo in cui queste con lei. Se questi fattori sono presenti, avremo personalità ben adattate in cui è possibile osservare un equilibrio tra la capacità di prendere iniziativa e fiducia in se stessi, e la capacità di chiedere aiuto nel caso sia necessario. Individui che presentano tali personalità, nota John Bowlby, sono cresciuti in famiglie molto unite, nelle quali i genitori hanno sempre fornito appoggio e incoraggiamenti. Si tratta di famiglie che sono state capaci di strutturare un contesto stabile di rapporti sociali con gli altri e in tali contesti il bambino è ben accolto, potendo stabilire rapporti con altri adulti e con coetanei a lui familiari.

Le ricerche, dunque, mostrano l’importanza di avere avuto una solida base familiare dalla quale il bambino prima, l’adolescente dopo possono fiduciosamente allontanarsi per compiere “esplorazioni” via via più ampie. Infatti, in tali famiglie l’autonomia è incoraggiata senza essere mai imposta. Inoltre, in questa tipologia di rapporti famigliari, i legami con la famiglia anche se si attenuano non vengono mai rotti.

John Bowlby, Costruzione e rottura dei legami di attaccamento. Raffaello Cortina Editore

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