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La vita dopo gli “anta”

La seconda parte del la vita lungi dall’essere una fase di declino. Essa è parte integrante dell’esistenza di ogni individuo, riservandoci compiti evolutivi fondamentali per il compimento della nostra realizzazione come esseri umani… Aldo Carotenuto, “Oltre la terapia psicologica”, Bompiani

L’errore in cui cadiamo è innanzitutto il pensare alla vecchiaia come a una fase di stagnazione, di malattia, di stasi psichica e di impoverimento delle potenzialità creative, e ciò deriva dal nostro errato concetto di “sviluppo”. Siamo cioè pervasi ormai da un’immagine di progresso che fa coincidere il massimo dello sviluppo con una nozione di “efficienza” equivalente all’efficienza della macchina. Progresso sembra significare capacità di prestazioni e produzioni di beni. In questa società del consumo, vince chi dimostra di poter produrre, di poter entrare nel mercato del consumo e di poter essere un anello della catena di produzione (da fruitore o da produttore). È chiaro che in questa logica l’anziano ha un ruolo irrilevante. È chiaro che il “pensionato” nulla sembra più avere da dare né da chiedere al mercato. Deve soltanto morire perché nel tempo si è trasformato in un essere patologico. Si pensi che la stessa psicoanalisi considerava coloro che avevano superato i quarant’anni quasi irrecuperabili, data la vischiosità della libido… Ma se il corpo invecchia non è così per lo sviluppo psichico, per la maturazione della personalità. Non esiste una fase del la vita in cui si arresti l’evoluzione psichica, perché non esiste età nella ricerca di senso. Heidegger, parlando dell’uomo “tragico”, lo definisce come “colui che usa violenza”. Usare violenza in questa accezione significa essere necessariamente proiettati sempre verso una dimensione di ricerca, tale per cui persino il contadino primitivo che apre dinanzi ai suoi passi la terra solcandola col vomere, in realtà sta “violando” l’esistente perché attraverso la sua azione esso esprima altri frutti. Questa ricerca di senso va avanti per tutta la nostra vita, non conosce età, perché la relazione della psiche con il mondo non conosce interruzioni e ciascuna età offre all’individuo la possibilità di accrescere la consapevolezza di sé come essere continuamente in divenire.

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