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Immagine di sé e autenticità

L’ immagine sembra essere nella società attuale l’aspetto maggiormente da valorizzare di se stessi. Ma questo è a discapito di ciò che di più autentico può essere un individuo e, soprattutto, crea una profonda confusione su ciò che ciascuno di noi realmente è. Alexander Lowen, Paura di vivere, Astrolabio

Poche persone nella nostra cultura hanno il coraggio di essere se stesse, la maggior parte interpreta un ruolo, gioca un gioco, assume una  maschera, si nasconde dietro una facciata. Non credono che il loro Io autentico ossa essere accettato, come non Io fu dai genitori. “Non apparire così triste”, dice la mamma, “nessuno ti amerà. Sorridi” . E il bambino allora si nasconde dietro l’apparenza di un sorriso. “Spalle in dentro e petto in fuori” , dice il padre al bambino, che subito si adegua assumendo un’apparenza virile. Di solito i ruoli e i giochi si sviluppano più sottilmente in risposta a domande inespresse dei genitori e alle loro pressioni. Maschere, facciate e ruoli si strutturano nel corpo, perché il bambino crede di ottenere, con questo atteggiamento, l’approvazione e l’amore dei genitori. I nostri corpi sono plasmati dalle forze sociali esistenti nella famiglia, che formano il nostro carattere e determinano il nostro fato … che sarà di cercare di piacere agli altri per ricevere amore e approvazione. Ma ciò non avviene: né allora, né oggi . L’amore non può essere conquistato o guadagnato, poiché è un’espressione spontanea di affetto e di calore in risposta all’esistenza di un’altra persona. ” Io ti amo”, non: “Amo ciò che fai” . L’amore implica accettazione, che fu negata al bambino. Una volta abbandonata l’autenticità del nostro Io per recitare una parte, siamo destinati a essere rifiutati, perché ci siamo già rifiutati da soli . Purtuttavia cerchiamo di migliorare il nostro ruolo, sperando di vincere il nostro fato, ma ne siamo sempre più coinvolti. Siamo presi in un circolo vizioso, che ci tiene prigionieri, alterando la nostra vita e il nostro essere. Perché non abbandoniamo il ruolo, non cessiamo il gioco, non lasciamo cadere la facciata o non gettiamo la maschera? La risposta è che non siamo consapevoli della mancanza di autenticità del nostro aspetto e del nostro comportamento. La maschera o la facciata sono diventate parte di noi; il ruolo è una seconda natura e abbiamo dimenticato la nostra vera natura.

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