Archivi tag: sessualità

sessualità 2

Sessualità: tra istinti e fantasmi

La sessualità è, in genere, ritenuta essere sotto il dominio dell’istinto. In realtà, la sessualità umana è governata dal nostro inconscio e dai suoi fantasmi. Per questo la sessualità non si realizza come “bere un bicchiere d’acqua” ma mette in gioco una ben più profonda complessità… Massimo Recalcati, “Esiste il rapporto sessuale?”, Raffaello Cortina Editore

La pulsione sessuale è sempre mediata e orientata da un fantasma singolare. Definiamo “fantasma” il modo inconscio attraverso il quale le esperienze infantili della sessualità si sono organizzate in ciascuno di noi dando luogo a uno scenario indispensabile per inquadrare e rendere possibile l’eccitazione e il soddisfacimento sessuale. Ogni parte del corpo può così assumere, senza rispondere ad alcuna gerarchia o normativa genitale, il potere di mettere in moto il desiderio sessuale. È solo a partire dall’organizzazione fantasmatica del desiderio che diviene possibile spiegare certe predilezioni e comportamenti sessuali o la presenza di determinate pratiche erotiche piuttosto di altre. Mentre l’istinto non è guidato da nessun fantasma inconscio – l’istinto è per definizione privo di fantasma –, ma dalla semplice legge della natura, il desiderio sessuale è invece sempre orientato dal fantasma inconscio. Il primo implica comportamenti e reazioni comuni, ricorrenti, mentre il secondo definisce il modo singolare di ciascuno di entrare in rapporto al proprio corpo sessuale e a quello del suo partner. Il piacere sessuale non sorge spontaneamente dalla natura dei corpi, dalla loro anatomia oggettiva, ma dalla mediazione necessaria del fantasma inconscio che organizza il desiderio di ciascuno. Questo fantasma dà forma al desiderio singolare convertendo i corpi in strumenti di piacere e di godimento.

Continua a leggere su: Massimo Recalcati, “Esiste il rapporto sessuale?”, Raffaello Cortina Editore

Leggi altro articolo di Massimo Recalcati: La fedeltà nell’amore

Leggi su Massimo Recalcati

eros 3

Eros questo sconosciuto…

L’eros non è solo sessualità, ma una forma di particolare sensibilità che ci porta a trovare piacere in molteplici esperienze della vita, legate all’uso dei nostri sensi. Paolo Crepet, “I volti dell’amore: l’eros”, Mondadori

L’erotismo è qualcosa che viene da lontano. Addirittura – ne sono convinto – da quando, piccoli, teneri, incoscienti, abitiamo la nostra prima cuccia, l’accogliente, dolcissimo ventre della mamma. Infatti, se controlliamo con un’ecografia cosa succede nell’utero di una donna nel momento in cui si accarezza la pancia dove il suo bambino sta cominciando la grande avventura della vita, scopriamo una cosa straordinaria: il feto si muove verso la mano della mamma, cioè verso quella carezza che gli trasmette il piacere. Questa e la prima forma di comunicazione di un essere umano ed è una comunicazione erotica che non passa attraverso la parola, ma attraverso i sensi.. Anzi, attraverso un senso solo, il tatto che, contrariamente a quel che molti pensano, non funziona soltanto sulle zone erogene. Non c’è parte del corpo che non risponda agli stimoli di una carezza e non sia una potenziale fonte di piacere. Certo, ci sono punti in cui la soddisfazione è particolarmente intensa, ma la cosa importante è che i nostri sensi, tutti e cinque i nostri sensi, ci consentono di godere la vita su tanti piani diversi. Guardare, sentire, gustare, annusare, toccare sono le vie che ci mettono in contatto con il mondo. E l’eros è il piacere che coinvolge tutti i sensi. Se lo limitiamo al sesso, se lo confondiamo soltanto con il raggiungimento dell’orgasmo gli togliamo infinite possibilità di darci gioia. Perché nella vita di ciascuno di noi esistono mille esperienze quotidiane che si caricano di piacere e diventano momenti “erotici”.

Continua a leggere su: Paolo Crepet, “I volti dell’amore: l’eros”, Mondadori

Leggi altro articolo di Paolo Crepet: Amori felici e amori infelici

Leggi sull’erotismo

baciare 1

Baciare : considerazioni psicoanalitiche

Baciare. Con lo straordinario virtuosismo della bocca, coinvolge alcuni piaceri del mangiare anche in assenza di nutrimento. Ma di tutto le attività autoconsolanti e autoerotiche la più ridicola, la più insoddisfacente e di conseguenza la più infrequente è il baciare se stessi. Il bambino si può carezzare o succhiare da solo, o può baciare altre persone e cose, ma non può baciare se stesso. Alla fine, scrive Freud nei Tre saggi sulla teoria sessuale, bacerà altre persone sulla bocca perché lì non gli è possibile baciarsi. Il baciare vedremo – il che a posteriori non sorprende – è, indirettamente, un elemento centrale nella teoria freudiana dello sviluppo sessuale.
Adam Philips, Sul baciare, il solleticare e l’essere annoiati. Il Pensiero Scientifico Editore

Gli adulti provano sentimenti intensi di riservatezza e imbarazzo riguardo al baciare. Ma questa ritrosia – sarebbe stupido o malizioso interessarsi ai baci – nasconde una forte curiosità, che ha origine nell’infanzia, per il baciare e il repertorio dei baci possibili. Ad esempio, una delle più comuni teorie sessuali infantili è quella che i bambini siano concepiti con un bacio. Teoria inesatta, come la maggior parte delle teorie sessuali dell’infanzia, ma suggestiva e metonomicamente corretta. I bambini, allusivamente, hanno ragione riguardo il baciarsi e del resto, come Freud riconosce, queste teorie infantile non svaniscono dopo che i bambini sono stati informati dei cosiddetti fatti della vita. Dopo la spiegazione, scrive Freud: “ i bambini conoscono ora qualche cosa che prima non conoscevano, ma non sanno che farsene di queste nuove nozioni che sono state loro elargite. (…) I bambini si comportano come quei popoli primitivi a cui è stato imposto il cristianesimo e che però continuano in segreto ad adorare i loro vecchi idoli.”
Vale la pena a questo punto di domandarsi quali siano i desideri impliciti nel baciare.
In certi periodi della vita spendiamo un sacco di tempo tramando per i baci, non solo come preliminari al rapporto sessuale, ma per se stessi. È un’esperienza che viene in genere considerata propria dell’adolescenza – ma già gli adolescenti di sesso maschile la giudicano indice di effeminatezza –  anche se l’adolescenza comporta molto facilmente come solo gli adulti possono sapere, il mettere da parte le cose sbagliate dell’infanzia. Nei romanzi e nei film romantici, del genere più popolare e sottovalutato, i baci ci sono ostentatamente mostrati nonostante ci siano, in letteratura come nella vita, delle convenzioni che regolano il dare e ricevere baci, è solo dai film che possiamo davvero imparare quali possono essere le convenzioni contemporanee al riguardo. I modi di un bacio possono essere visivamente rappresentati ma non facilmente descritti, come se il baciare resista alla rappresentazione verbale.

Continua a leggere su: Adam Philips, Sul baciare, il solleticare e l’essere annoiati. Il Pensiero Scientifico Editore

Leggi sul Bacio
Leggi articolo sulla Psicologia del profondo

Desiderio e amore: un’antitesi psicologica

Desiderio e amore, due termini che spesso fanno fatica a stare insieme. Una logica che sembra escluderne sempre uno nel rapporto con l’altro. Umberto Galimberti ci spiega le loro logiche e il perché di questa apparente incompatibilità.
Umberto Galimberti, Le cose dell’amore. Feltrinelli

desiderio 1

Amore è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa, ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove, a nostra insaputa, scorre, in modo tortuoso e contraddittorio, la vitalità della nostra esistenza.
Tutti, chi più chi meno, abbiamo esperienza del fatto che l’amore si nutre di novità, di mistero e di pericolo e ha come suoi nemici il tempo, la quotidianità e la familiarità. Nasce dall’idealizzazione della persona amata di cui ci innamoriamo per un incantesimo della fantasia, ma poi il tempo, che gioca a favore della realtà, produce il disincanto e tramuta l’amore in un affetto privo di passione o nell’amarezza della disillusione.
L’amore svanisce perché nulla nel tempo rimane uguale a se stesso, specialmente quando si ha a che fare con le persone che la vita costringe a un inarrestabile cambiamento. Ma non è il cambiamento a degradare l’amore, siamo piuttosto noi a fare di tutto per degradarlo. E ci sono ottime ragioni per cui siamo interessati a questo degrado. La prima ragione è l’impotenza psichica” di cui parla Freud a proposito dell’autolimitazione che noi operiamo della nostra capacità di desiderare e di sostenere il desiderio, per cui, scrive Freud: “Dove amiamo non proviamo desiderio, e dove lo proviamo non possiamo amare”.
Privo di desiderio, l’amore garantisce tenerezza , intimità, sicurezza, ma non prevede l’avventura , la tensione e il senso del rischio che alimentano la passione. Dal canto suo il desiderio senza amore è stimolante, eccitante, vibrante, ma non ha l’intensità e il senso di un’elevata posta in gioco che rendono profonda la relazione. Non ci è dato, se non per brevi attimi, di fare esperienza nello stesso tempo dell’amore e del desiderio verso la stessa persona.

Continua a leggere su: Umberto Galimberti, Le cose dell’amore. Feltrinelli

Leggi su Umberto Galimberti
Leggi articolo: Amore elogio del per sempre