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La seduzione ovvero ciò che ci attrae

La seduzione è qualcosa che pervade non solo la nostra vita sentimentale: è un registro che regola il fenomeno dell’attrazione sia quando siamo noi ad esercitarla sia quando ne siamo oggetto. Continuamente l’uomo è sedotto da forze che vogliono condurci verso “un altrove”, e la seduzione assume i mille volti del desiderio. Così è possibile parlare di seduzione non solo amorosa, ma di una seduzione delle idee, di una seduzione dello spirito, della seduzione del male o delle immagini…

“Perché domandiamo l’amore che unendo pacifica e cerchiamo invece ciò che ci separa e ci travaglia? Perché, se ambiamo all’armonia, ci ritroviamo incamminati verso luoghi sconosciuti e minacciosi? (…) Ciò che si presenta al nostro sguardo nelle sembianze allettanti di una promessa di compimento – sia esso un essere umano, sia esso un sogno utopico, sia esso il richiamo a un percorso particolare di ricerca – genera in noi un turbamento che ci disorienta, che seducendoci ci conduce “altrove” rispetto ai nostri precedenti progetti, fuori dal perimetro dell’ordinata quotidianità. All’inizio tale richiamo ci trascina facilmente, perché ci lusinga, accende la nostra immaginazione, si prospetta come occasione di rinnovamento, di realizzazione; e sarà davvero così, ma mai nei modi che sognavamo, mai senza tremore, errori, sofferenza.(…) “Si ama solamente ciò in cui si persegue qualcosa di inaccessibile, quel che non si possiede”(Proust). Tradotto in termini psicologici (ahimè meno poetici) ciò significa che noi, attraverso l’incontro con l’altro, entriamo in contatto con zone ignote e oscure della nostra psiche, che possono essere contattate solo attraverso una loro proiezione sull’essere che ci sta davanti, foriero di cambiamenti. L’altro incarna allora l’occasione unica e irripetibile di un confronto con l’inconscio: del poter contemplare una dimensione ignota del nostro essere che chiede di venire integrata dalla coscienza, esplorata e riconosciuta. L’abbaglio in cui cadiamo consiste nel ritenere che ciò che attraverso il volto dell’altro si palesa è l’immagine migliore di noi, e non è mai così. L’obliquità della seduzione di cui scrive Baudrillard consiste proprio in questo abbaglio: siamo sedotti da un’immagine che riteniamo ideale, salvo poi accorgerci che ha il volto dei nostri più riposti fantasmi.”

COMMENTO: La seduzione non nella sua essenza non si configura come un’attrazione armoniosa verso qualcosa che esercita su di noi un determinato fascino; essa non è, un avvicinamento a qualcosa o qualcuno nell’ottica di una unione perfetta al raggiungimento della meta; non è un processo al termine del quale sperimenteremo la pace nel nostro animo. La seduzione fin dal suo apparire e nelle sue conseguenze è una esperienza “insidiosa, subdola, pericolosa, apre ferite, scardina gli equilibri, getta l’anima nelle tenebre”. Non a caso i tragici greci suggerivano di non farsi toccare da essa, dal momento che la seduzione una volta subita e dopo averci soggiogato non ci lascia indenni. La seduzione raccontata porta con sé “rovina, porta distruzione e perdita”. Gli esempi  narrati dal mito e nella letteratura sono molti e ricalcano vicende che spesso sono anche quotidiane: Saffo per amore si butta in mare da un rupe, Edipo ne viene accecato, Tristano e Isotta si lasciano consumare per la loro passione, Orlando perde la ragione. Eppure sembra che la seduzione non possa smettere di agire sull’animo dell’essere umano, che comunque rimane cieco rispetto all’oggetto di questa seduzione. Infatti come ricorda Aldo Carotenuto: “la qualità perturbante dell’oggetto desiderato è data proprio dal fatto che non ci è possibile vederlo nella sua realtà obiettiva, perché il suo volto, come accade per i personaggi del sogno, è formato dalla sovrapposizione di nostre immagini interne, dalla condensazione di più volti.” Siamo e restiamo ciechi, quindi, non solo rispetto alle conseguenze della seduzione ma anche rispetto a ciò da cui ci facciamo sedurre o che desideriamo sedurre.

Aldo Carotenuto, Riti e miti della seduzione. Bompiani

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Sedotto e non amato

Chi è sedotto sperimenta tutta una serie di dinamiche psicologiche tipiche dell’innamoramento ma, purtroppo, con esiti ben diversi… Aldo Carotenuto, Riti e miti della seduzione. Bompiani.

L’esperienza della seduzione, come è facilmente intuibile, è vissuta in maniera profondamente diversa dal seduttore e dalla sua vittima, da chi “estorce amore” e da chi lo dà. Perciò il lettore potrebbe rimproverarci di aver ingiustamente privilegiato, nella nostra trattazione, il primo dei due attori, e di aver quasi ignorato il secondo. Potrebbe, in definitiva, accusarci dello stesso reato che abbiamo attribuito a Don Giovanni e a tutti i dongiovanni di ieri e di oggi: quello di considerare la vittima un semplice “oggetto”, intercambiabile, niente più che un numero nella contabilità del seduttore. Il fatto è che nella nostra prospettiva, e cioè dal punto di vista della psicologia del profondo, il sedotto coincide con l’”innamorato”: chi è preso d’amore è sempre e comunque sedotto dall’amato. E sull’esperienza dell’innamoramento si è indagato e scritto abbastanza, da Stendhal a Proust a Barthes.

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Seduzione : incontrare noi stessi

Seduzione è qualcosa di più di un’esperienza saltuaria nella nostra vita sentimentale: esercitata o subita, è una costante della nostra intera esistenza, la trama stessa del nostro entrare in contatto, in sintonia col mondo. Sempre e continuamente l’uomo è sedotto. Da bambino, attraverso la sorpresa che ogni nuova acquisizione comporta, è la seduzione dei suoni, dei colori, dei profumi, di ogni cosa che accenda la sua fantasia. Da adolescente sono il potere del sogno e il richiamo dell’utopia le forze da cui lasciarsi “condurre altrove”, nella sensazione appagante e onnipotente che sia possibile conquistare il mondo e realizzare ogni aspirazione. Da adulti, la seduzione assume i mille volti del desiderio: le molteplici figure con le quali l’uomo popola il suo immaginario per padroneggiare la sua solitudine esistenziale, la sua condizione di individuo che forgia forme e simboli e che tesse racconti per darsi un’identità e una collocazione, per radicarsi nel mondo. Così è possibile parlare di seduzione non solo amorosa, ma di una seduzione delle idee, di una seduzione dello spirito, della seduzione del male o delle immagini. Dovunque si profili una promessa di riparazione, di appagamento, o l’illusione di una ricomposizione delle proprie tensioni, o anche dovunque si intraveda una possibilità di sentirsi più pienamente partecipi della vita, attraverso la sfida del perdersi e del ritrovarsi, lì è in atto la seduzione.
Aldo Carotenuto, Riti e miti della seduzione. Bompiani

C’è una forza sottile e imperscrutabile che attrae gli esseri l’uno verso l’altro, li avvicina e li avvince, che li consuma e li perde. Una forza che attraversa i singoli ma non appartiene alla coscienza: un impulso che, come accade alle traiettorie delle particelle, attira e orienta i percorsi degli uni verso gli altri, unendoli, facendoli interagire e proiettandoli oltre, dopo averli trasformati. Non sappiamo chi sia l’alchimista segreto che muove e combina gli elementi, se non attraverso gli effetti che produce.
La seduzione opera ovunque, ha molteplici sembianze e nomi, non possiamo ridurla al fenomeno dell’attrazione erotica tra due esseri, ma dobbiamo conferirle un significato molto ampio, che racchiude ogni ricerca mossa da Eros: da quella dello scienziato nel suo laboratorio, alle esplorazioni dei viaggiatori verso nuove mete, al pellegrinaggio perpetuo dei monaci, agli amorosi lamenti degli antichi trovatori. Ovunque c’è Eros, c’è seduzione.
Ma, come ci ricordano gli antichi, la seduzione non è un’attrazione armoniosa del simile per il simile, un movimento di avvicinamento che corona il sogno dell’unione perfetta, che acquieta i cuori e li sospinge l’uno verso l’altro beatamente. Essa è insidiosa, subdola, pericolosa, apre ferite, scardina gli equilibri, getta l’anima nelle tenebre. Meglio non essere toccati da lei, affermavano i tragici greci, perché non lascia indenni, al contrario, rovina, porta distruzione e perdita: Saffo per amore si lancia in mare da un’alta rupe, Pietro e Giovanni evangelista abbandonano le loro famiglie e il loro mestiere, Tristano e Isotta si lasciano morire, Orlando perde il senno, Edipo ne viene accecato.

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