La capacità di critica è un fattore importante per costruire la propria individualità. Tale capacità si basa sul fatto che la persona sappia far proprie le informazioni e gli stimoli provenienti dall’esterno, portandoli nella propria esperienza e acquisendoli a modo proprio. La capacità di critica fa sì che ogni apprendimento non sia fondato su dogmi o pregiudizi ma sulla possibilità di sviluppare un pensiero autonomo.
“La facoltà critica e lo scetticismo non comportano l’essere negativi e sfiduciati. La vera critica richiede una visione personale radicata nell’esperienza e sostenuta da un chiaro ragionamento oggettivo. L’esperienza dalla quale dipende la facoltà di critica deve riguardare l’individuo e non un dogma stabilito da altri. (…) Il pensiero creativo non può fare a meno della critica. Ogni passo in avanti nell’acquisizione di conoscenze è dovuto alle domande e alla negazione di concetti già stabiliti. Non si può fare nessun passo in avanti senza trascendere e, quindi, cambiare formule e modi di pensare precedenti. (…) Ogni individuo ha qualcosa da aggiungere al sapere comune perché il suo contributo si basa sull’unicità delle sue esperienze personali. Non esistono due persone che vedono il mondo con gli stessi occhi. Ognuno possiede un corpo unico e vive un’esistenza unica. Possiamo quindi essere tutti pensatori creativi, se accettiamo la nostra individualità. La rifiutiamo, invece, quando subordiniamo il nostro pensiero all’opinione dell’autorità. Dobbiamo imparare ciò che l’autorità conosce, ma ci riusciamo soltanto quando ascoltiamo sfruttando le nostre capacità critiche. Si acquisisce conoscenza quando le informazioni vengono analizzate e assimilate nella personalità. Finché ciò non accade, le informazioni sono come un utensile che non può essere usato perché la persona non sa come tenerlo in mano. L’apprendimento non è una semplice acquisizione di informazioni. La persona colta sa come applicare queste informazioni alla vita, e in special modo alla sua vita. Le ha confrontate con le sue sensazioni e le ha integrate con la sua esperienza. (…) Non possiamo insegnare a un bambino come vivere. L’insegnamento fornisce informazioni che, per essere utili, devono essere tramutate in conoscenza. Il punto catalizzatore di questa trasformazione è l’esperienza personale. Le informazioni che coincidono con la propria esperienza diventano conoscenza; il resto non viene assimilato, passa attraverso la mente ed è presto dimenticato.”
COMMENTO – Le considerazioni di Alexander Lowen non necessitano di aggiunte particolari essendo chiare ed esplicative di per sé rispetto alla necessità di sviluppare una propria capacità critica, in grado di evitare all’individuo di cadere nel conformismo. A corollario di ciò proponiamo alcune considerazioni che Lowen fa a proposito del gusto, strumento fondamentale per poter sviluppare e mantenere una capacità di critica rispetto al mondo che ci circonda. Ogni persona, dice Lowen, è in grado di stabilire ciò che le piace o meno, basandosi sui propri sentimenti e le proprie sensazioni. Riuscire a discernere ciò che piace e ciò che non piace è la base della conoscenza soggettiva. Per sviluppare il proprio gusto è necessario utilizzare la propria esperienza, ossia quell’insieme di apprendimenti metabolizzati e depositati in noi stessi. Sono queste esperienze che, accumulatesi come apprendimenti veri, costituiscono il vero strumento per lo sviluppo del proprio gusto e quindi la propria capacità di critica. È a partire da questa considerazione che Lowen afferma che: “di una persona che ha gusto si può dire che conosce la sua mente. Se inoltre riesce a dire il perché delle sue preferenze, ovvero se riesce a basare i suoi gusti su motivi pratici, è un individuo che possiede la capacità di critica.” Il senso del gusto è innato in ogni individuo (“dalla nascita siamo in grado di distinguere il dolore dal piacere”) e quindi esso non va creato ma lo si può solo sviluppare e affinare. Inutile sottolineare che dire di un individuo che ha gusto, non significa che quell’individuo apprezzi le cose che una qualche maggioranza o gruppo di riferimento valuti come belle, buone o giuste. Spesso avere il proprio gusto vuol dire apprezzare cose o avere idee anche in contrasto con quello che è il gusto dominante. In questo caso non saremmo persone prive di gusto solo perché non confermiamo l’orientamento della maggioranza. Sperimentare questa libertà di giudizio significa affinare il proprio gusto ed esprimere la capacità di critica. Sono queste le basi per vivere un’esistenza veramente autentica, ossia una vita che non sia diretta da norme o comandi o ideologie di qualunque tipo, ma che sia guidata da una capacità di giudizio individuale in grado di stabilire che cosa sia autentico e che cosa non lo sia.
Alexander Lowen, Il piacere. Un approccio creativo alla vita. Astrolabio
Leggi altri pensieri di Alexander Lowen: Individualità e piacere
Leggi su Alexxander Lowen