Archivi tag: Freud

baciare 1

Baciare : considerazioni psicoanalitiche

Baciare. Con lo straordinario virtuosismo della bocca, coinvolge alcuni piaceri del mangiare anche in assenza di nutrimento. Ma di tutto le attività autoconsolanti e autoerotiche la più ridicola, la più insoddisfacente e di conseguenza la più infrequente è il baciare se stessi. Il bambino si può carezzare o succhiare da solo, o può baciare altre persone e cose, ma non può baciare se stesso. Alla fine, scrive Freud nei Tre saggi sulla teoria sessuale, bacerà altre persone sulla bocca perché lì non gli è possibile baciarsi. Il baciare vedremo – il che a posteriori non sorprende – è, indirettamente, un elemento centrale nella teoria freudiana dello sviluppo sessuale.
Adam Philips, Sul baciare, il solleticare e l’essere annoiati. Il Pensiero Scientifico Editore

Gli adulti provano sentimenti intensi di riservatezza e imbarazzo riguardo al baciare. Ma questa ritrosia – sarebbe stupido o malizioso interessarsi ai baci – nasconde una forte curiosità, che ha origine nell’infanzia, per il baciare e il repertorio dei baci possibili. Ad esempio, una delle più comuni teorie sessuali infantili è quella che i bambini siano concepiti con un bacio. Teoria inesatta, come la maggior parte delle teorie sessuali dell’infanzia, ma suggestiva e metonomicamente corretta. I bambini, allusivamente, hanno ragione riguardo il baciarsi e del resto, come Freud riconosce, queste teorie infantile non svaniscono dopo che i bambini sono stati informati dei cosiddetti fatti della vita. Dopo la spiegazione, scrive Freud: “ i bambini conoscono ora qualche cosa che prima non conoscevano, ma non sanno che farsene di queste nuove nozioni che sono state loro elargite. (…) I bambini si comportano come quei popoli primitivi a cui è stato imposto il cristianesimo e che però continuano in segreto ad adorare i loro vecchi idoli.”
Vale la pena a questo punto di domandarsi quali siano i desideri impliciti nel baciare.
In certi periodi della vita spendiamo un sacco di tempo tramando per i baci, non solo come preliminari al rapporto sessuale, ma per se stessi. È un’esperienza che viene in genere considerata propria dell’adolescenza – ma già gli adolescenti di sesso maschile la giudicano indice di effeminatezza –  anche se l’adolescenza comporta molto facilmente come solo gli adulti possono sapere, il mettere da parte le cose sbagliate dell’infanzia. Nei romanzi e nei film romantici, del genere più popolare e sottovalutato, i baci ci sono ostentatamente mostrati nonostante ci siano, in letteratura come nella vita, delle convenzioni che regolano il dare e ricevere baci, è solo dai film che possiamo davvero imparare quali possono essere le convenzioni contemporanee al riguardo. I modi di un bacio possono essere visivamente rappresentati ma non facilmente descritti, come se il baciare resista alla rappresentazione verbale.

Continua a leggere su: Adam Philips, Sul baciare, il solleticare e l’essere annoiati. Il Pensiero Scientifico Editore

Leggi sul Bacio
Leggi articolo sulla Psicologia del profondo

Gruppo : l’altra faccia dell’individuo

Gruppo e individuo: due fenomeni apparentemente distanti in cui i comportamenti della persona sembrano rispondere a logiche differenti. Massimo Ammaniti, riprendendo Freud e altri autori, ci spiega come le due psicologie – del gruppo e dell’individuo – non sono poi così distanti.
Massimo Ammaniti, Noi, perché due sono meglio di uno. Il Mulino

gruppo

Dopo aver profondamente esplorato la psicologia individuale Freud rivolge il suo interesse verso i fenomeni collettivi e sociali, probabilmente impressionato dai grandi sommovimenti legati alla Prima guerra mondiale ed alla rivoluzione sovietica. Come ci ricorda lo storico Peter Gay nel suo libro Freud. Una vita per i nostri tempi, il grande psicoanalista iniziò a studiare la preistoria dell’umanità fin dal 1911, probabilmente con l’intenzione di elaborare nuove concezioni con cui sopravanzare Jung, il suo geniale allievo che costituiva il rivale più pericoloso per la sua supremazia intellettuale e scientifica. In Totem e tabù, pubblicato nel 1912-13, che affronta il passaggio dall’orda primitiva alla società civilizzata, Freud ricostruisce la storia, che lui stesso ritiene possa essere considerata fantasiosa, dell’orda primitiva dominata dal padre che ha il monopolio delle donne, mentre i figli vengono allontanati appena nati per evitare ogni rivale. Secondo questa ricostruzione i figli, che sono stati espulsi, si uniscono insieme ed uccidono il padre decretando la fine dell’orda patriarcale.
Divorando il padre, ognuno dei figli può introiettare l’autorità paterna identificandosi con lui: così sarebbe iniziata la storia dell’umanità. Questa ricostruzione ci fa entrare nel mondo dei gruppi sociali, da quello primitivo dominato da un padre autoritario, che vuol mantenere la sua egemonia, ai gruppi successivi guidati dai figli, che diventano a loro volta padri internalizzando la figura del padre, con un passaggio da un’autorità costrittiva esterna a una interna che rappresenta l’origine della moralità. Pur nella differenza tra il gruppo primordiale ed il gruppo ormai civilizzato, permane una continuità perché esiste un conflitto insanabile fra padre e figli per il possesso della madre e più in generale delle donne: il conflitto edipico che sarebbe alla base di queste dinamiche intergenerazionali.

Continua a leggere su: Massimo Ammaniti, Noi, perché due sono meglio di uno. Il Mulino

I libri di Massimo Ammniti
Scarica gratis e leggi la mini guida: la comunicazione interpersonale