Cosa possono fare i padri per essere figure di riferimento per i propri figli? A quali tentazioni, invece, devono fuggire nel costruire una relazione con i figli? Giovanni Bollea, “Genitori grandi maestri di felicità”, Feltrinelli
A suo tempo dissi che le madri non sbagliano mai, ma non dissi che le madri hanno sempre ragione. Qual è l’origine di un pensiero soltanto apparentemente cosi paradossale? Patologie a parte, nella mia esperienza ho incontrato figli che hanno dimenticato gli errori delle madri e ricordato indelebilmente quelli dei padri: per questo si può dire che “le madri non sbagliano mai”. E i padri invece sbagliano? Se sbagliano, comunque i loro errori vengono ricordati, Soprattutto dai figli maschi. Le ultime ricerche ci dicono che il 54% di loro e soddisfatto delle madri, mentre solo il 9% dei padri. Cosa possiamo dedurne? A domande più specifiche i ragazzi rispondono di essere insoddisfatti dei padri che non portano a casa uno stipendio sufficiente rispetto allo standard borghese. o non provvedono ai loro desideri materiali. come lo sport. una macchina nuova, lo stereo. abiti firmati, tecnologie sofisticate o semplicemente un nuovo telefonino. É evidente a tutti quanto queste confessioni dimostrino un vero e proprio fallimento culturale, concepito in una profonda mancanza di valori alternativi. Eppure. oggi. i padri sono molto più vicini di una volta ai loro figli: basti notare la quantità di carrozzina e passeggini da loro portati, a volte con un atteggiamento più tenero e attento di quello delle madri; e poi l’interessamento per la scuola. da me tanta auspicato, che oggi è aumentato: e cosi il dialogo. ancora insufficiente ma più aperto e mirato. Nonostante tutto ciò, nella mente dei figli l’identikit del padre è modellato su effigi. icone e ritratti degli eroi vincenti in televisione. negli spot e nei film d’azione: feticci e simulacri nei quali vogliono a tutti i costi individuare i propri padri. È tuttavia molto interessante scoprire che pochissimi vorrebbero cambiare famiglia o averne una diversa. È sconcertante vedere che Ia madre non è stata ancora identificata in una figura “produttiva” sul piano materiale, al di là dello stipendio che riesce a portare a casa: l’effigie materna resta ancora una sorta di icona.
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