L’ esistenza di ciascuno di noi può essere paragonata ad un romanzo e per far questo non dobbiamo pensare a vite in cui debba accadere qualcosa di straordinario o di esaltante. Vivere una esistenza come fosse un romanzo sta tutto in due elementi: diventare noi stessi i protagonisti della storia e saper cogliere ciò che di “speciale” c’è in ogni nostra azione. Erving Polster, Ogni vita merita un romanzo, Astrolabio
Normalmente, è poco probabile che si riescano a metter da parte le priorità personali allo scopo di scoprire cose che sono solo oscuramente interessanti. La gente persegue una tale varietà di scopi che spesso andare in cerca di ciò che è interessante nella vita degli altri significherebbe andare incontro a fastidi eccessivi. La maggior parte di noi trova del tutto ragionevole interessarsi ad alcune persone e trascurarne altre. Se certuni non suscitano il nostro interesse, non lo suscitano e basta. Questo avviene ogni giorno sul lavoro, in famiglia, alle feste, nella politica, e anche quando camminiamo per le vie della nostra città. Una vita di attenzione indiscriminata per ogni cosa è fuor di questione. Eppure obiettivi più modesti sarebbero alla portata di tutti; è senz’altro possibile apprezzare nel suo giusto valore il dramma della nostra esistenza, e abbassare la soglia della nostra disponibilità a scorgerlo negli altri. Riuscire ad aprirsi a questi drammi impliciti, anche a piccole dosi, può essere un fattore cardine nell’intensificazione dell’esperienza individuale.
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