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Donne dipendenti: come riconoscersi?

Le donne che amano troppo in genere tendono a vivere relazioni difficili con il proprio partner. Queste donne giustificano a se stesse queste scelte problematiche in molte maniere per non ammettere a se stesse di non sapere mettere fine a questi rapporti. Esistono alcune cause e caratteristiche che predispongono tali donne a questi comportamenti. In parte si tratta di variabili che si rifanno alle famiglie d’origine di queste donne, in parte ad atteggiamenti mentali che tali donne continuano a portare avanti. Robin Norwood, “Donne che amano troppo”, Feltrinelli

É importante capire che tutte le famiglie disturbate hanno in comune l’incapacità di discutere la radice dei problemi. Magari vengono discusse altre questioni, spesso fino alla nausea, che per lo più servono solo a coprire il segreto, il problema reale, che rimane nascosto, ed è il vero motivo delle disfunzioni della famiglia. È il grado di segretezza, l’incapacità di parlare dei problemi veri, più che la loro gravità, a determinare le disfunzioni della famiglia e la serietà dei danni che i suoi membri subiscono. E una famiglia disturbata quella in cui ogni membro ha un suo ruolo fisso, e la comunicazione è rigidamente limitata alle espressioni che si adattano a questi ruoli. Nessun membro è libero di esprimere pienamente le sue esperienze, i desideri, i bisogni e i sentimenti, ma deve limitarsi a recitare la sua parte, in conformità a quella che recitano gli altri componenti della famiglia. In tutte le famiglie esistono dei ruoli ma, con il cambiare delle circostanze, anche i vari membri devono cambiare e adattarsi alle novità perché la famiglia resti sana. Così il tipo di cure materne appropriate per un bambino di un anno sarà del tutto inopportuno per un tredicenne; anche il ruolo materno deve cambiare per adattarsi alla realtà. Nelle famiglie disturbate, molti aspetti importanti della realtà vengono negati, e i ruoli restano rigidi. Quando nessuno può discutere quello che riguarda un singolo membro della famiglia o la famiglia nel suo insieme, quando questi discorsi sono proibiti implicitamente (se si cambia argomento) o esplicitamente (“Noi non parliamo di queste cose!”), si impara a non credere alle proprie percezioni e ai propri sentimenti. Poiché la nostra famiglia nega la nostra realtà, cominciamo a negarla anche noi.

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Gioco d’azzardo : la dipendenza dal gioco

Gioco d’azzardo rappresenta un problema sotto gli occhi di tutti. Il gioco d’azzardo alimenta il mercato delle illusioni, proponendosi come una fabbrica di false speranze. Il gioco d’azzardo coinvolge tutti e, come ogni dipendenza, provoca danni non solo a chi ne soffre ma anche ai suoi familiari.
Mauro Croce e Francesca Rascazzo, Il gioco d’azzardo, giovani e famiglie. Giunti

Chi  non  ha  mai avuto  la  tentazione  di  acquistare  un  biglietto  della lotteria o un tagliando da grattare? Di scommettere sulla squadra del cuore o di giocare alle macchinette elettroniche? L’elenco dei giochi d’azzardo, quelli il cui esito è dettato dalla sorte, potrebbe continuare sino a includere le più avanzate e nuove forme di gioco, quelle online, di fronte allo schermo del computer. Il gioco d’azzardo per molte persone è un comportamento privo di rischi, un passatempo che offre l’illusione momentanea di provare l’emozione di una vincita. Ma può anche essere un incontro, quello con l’azzardo ,in grado di innescare una spirale inarrestabile, e con conseguenze spesso drammatiche.
Il consumo di gioco d’azzardo è molto più vicino alla nostra esperienza quotidiana di quanto immaginiamo. È dentro il mercato dei beni di prima necessità, è nelle pubblicità, nella musica, nei film. L’azzardo stesso è diventato un potente prodotto di mercato, un prodotto che gioca con le nostre debolezze e speranze, un bene non più di lusso, ma alla portata di tutti. Se in passato era essenzialmente uno svago “d’élite”, o il rituale della schedina della domenica, oggi chiunque s’illude di acquistare con il gioco la speranza di vincere, di cambiare vita al costo di un biglietto della lotteria. Ed è soprattutto nei periodi di crisi economica, come sostengono gli esperti, che l’azzardo funziona bene come antidoto alla disperazione, quasi fosse l’ultima e unica speranza in un futuro migliore.

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