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pensiero autobiografico

Pensiero autobiografico e cura di sé

Il pensiero autobiografico nasce in un momento nell’età adulta in cui si avverte il desiderio di raccontare la propria storia di vita. Per fare un po’ d’ordine dentro di sé e capire il presente; per ritrovare emozioni perdute e sapere come si è diventati, chi dobbiamo ringraziare o dimenticare. Quando questo bisogno ci sorprende, l’autobiografia di quel che abbiamo fatto, amato, sofferto, inizia a prendere forma. Il pensiero autobiografico diventa scrittura di sé e alimenta l’esaltante passione di voler lasciare traccia di noi a chi verrà dopo o ci sarà accanto. Sperimentiamo così il pensiero autobiografico, che richiede lavoro, coraggio, metodo, ma procura, al contempo, non poco benessere.
Duccio Demetrio, Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, Raffaello Cortina Editore

C’è un momento, nel corso della vita, in cui si sente il bisogno di raccontarsi in modo diverso dal solito. Capita a tutti, prima o poi. Alle donne e agli uomini, e accade ormai, puntualmente, da centinaia di anni soprattutto nelle culture occidentali. Da quando, forse, la scrittura si è assunta il compito di raccontare in prima persona quanto si è vissuto e di resistere all’oblio della memoria. É una sensazione, più ancora che un progetto non da tutti realizzato e portato a termine; quasi un messaggio che ci raggiunge all’improvviso, sottile e poetico, ma nondimeno capace di assumere forme ben presto più narrative. Quasi un’urgenza o un’emergenza, un dovere o un diritto: a seconda dei casi e delle circostanze. Tale bisogno, i cui contorni sfumano, e che tale può restare per il resto dell’esistenza come una presenza incompiuta, ricorsiva, insistente, è ciò che prende il nome di pensiero autobiografico. Non si tratta, appunto, di un desiderio intimistico qualsiasi, riguardante se stessi e riferito al piacere di parlare di sé, fra sé e sé, a se stessi, o alla necessità di ritrovare qualche sperduto ricordo in funzione di una conversazione con altri o nell’istante conviviale. In quel momento, qualche cosa di più importante, e profondo, ci coglie alla sprovvista e impreparati. Certamente nasce da una domanda della mente comparsa altre volte, ma che, tuttavia, non aveva ancora raggiunto la consistenza dovuta e propria delle idee quasi assillanti. Il pensiero autobiografico, quell’insieme di ricordi della propria vita trascorsa, di ciò che si è stati e si è fatto, è quindi una presenza che da un certo momento in poi accompagna il resto della nostra vita. É una compagnia segreta, meditativa, comunicata agli altri soltanto attraverso sparsi ricordi, a meno che non diventi uno scopo di vita. Soltanto in questo caso, oltre a mutarsi in un progetto narrativo compiuto, a diventare diario retrospettivo, storia di vita e suo romanzo, ridà senso alla vita stessa.

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