La seconda parte della vita non è solo una fase di declino. Essa è a tutti gli effetti parte integrante dell’esistenza di ogni essere umano e come tale andrebbe vissuta: in maniera attiva ed esplorando le molteplici opportunità di scoperta di se stessi che offre… La seconda parte della vita offre, allora ad ogni individuo la possibilità di una ulteriore ricerca di senso per il proprio vivere, oltre che costituire un tempo per portare a compimento il proprio processo di individuazione. Anche se spesso il passaggio verso la seconda parte della vita coincide con una crisi dell’individuo, è opportuno comprendere che tale disagio – peraltro normale – è sollecitato dal sopraggiungere di un nuovo atteggiamento psicologico a cui finora non si era abituati. Infatti, se nella prima parte della vita il nostro atteggiamento psichico è per lo più estroverso, orientato al mondo e alla conquista di un nostro posto in esso, nella seconda parte della vita si tende a concentrare l’attenzione su se stessi a diventare più introversi scoprendo dentro di noi spinte, desideri e inclinazioni prima inascoltate o del tutto sconosciute. Così questa parte della vita, trovandoci più liberi dagli impegni mondani, è realmente l’occasione per diventare sempre più noi stessi.
“Il passaggio alla seconda metà della vita si apre con un primo tentativo di bilancio, e soprattutto con il bisogno di conoscere la nostra più intima natura. Quello che a uno sguardo superficiale può apparire uno stanco ripiegamento su se stessi, un inaridirsi progressivo delle proprie capacità, è invece indice di qualcosa di importantissimo: è l’inizio di un lento processo di concentrazione dell’energia libidica verso una meta differente da quella “estroversa” del semplice adattamento al mondo esterno. (…) Purtroppo a questa fase di crisi si arriva non solo impreparati ma, ancor peggio, con un bagaglio di pregiudizi, di convenzioni, di “valori” mutuati acriticamente dal “gruppo” o dalla fascia sociale cui si appartiene; ma, ci ricorda Jung: “ non è possibile vivere la sera de la vita seguendo lo stesso programma del mattino, poiché ciò che fino ad allora aveva grande importanza ne avrà ora ben poca, e la verità del mattino costituisce l’errore della sera.” Adesso si comincia a riflettere su come si è vissuto, su quali sono state le proprie scelte. Questo determina una fase di introversione, con tutti i pericoli ma anche le potenzialità che ogni viaggio nelle proprie profondità comporta e offre.”
Aldo Carotenuto, “Oltre la terapia psicologica”, Bompiani
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