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Disordine ovvero le cose al posto sbagliato

Il disordine che cosa è. Quando le cose finiscono in disordine e rispetto a chi? Gregory Bateson, uno dei padri fondatori del moderno pensiero ecologico e della cibernetica, prova a rispondere a questa domanda ponendo altre domande e invitandoci a riflettere su cosa sia l’ordine. Gregory Bateson Verso un’ecologia della mente. Adelphi

FIGLIA: Papà, perché le cose finiscono sempre in dis-ordine?
PADRE: Come? Le cose? Il disordine?
FIGLIA: Be’, la gente è sempre lì a mettere le cose a posto, ma nessuno si preoccupa di metterle in disordine. Sembra proprio che le cose si mettano in disordine da sole. E poi bisogna rimetterle a posto.
PADRE: E le tue cose finiscono in disordine anche se tu non le tocchi?
FIGLIA: No… se nessuno le tocca, no. Ma se qualcuno le tocca, allora si mettono in dis-ordine, e se non sono io è ancora peggio.
PADRE: Già… ecco perché non voglio che tu tocchi le cose che sono sulla mia scrivania, perché il disordine diventa anche peggiore se le mie cose le tocca qualcuno che non sia io.
FIGLIA: Ma perché le persone mettono sempre in disordine le cose degli altri, papà?
PADRE: Be’, un momento, non è così semplice. Prima di tutto, che cosa vuol dire dis-ordine?
FIGLIA: Vuol dire… che non riesco a trovare le cose, e così tutto sembra in disordine. Cioè, quando niente è al suo posto…
PADRE: D’accordo, ma sei sicura di dare a ‘disordine’ il significato che gli darebbe una qualunque altra persona?
FIGLIA: Ma sì, papà, sono sicura… perché io non sono una persona molto ordinata, e se lo dico io che le cose sono in dis-ordine, sono sicura che chiunque altro sarebbe d’accordo.
PADRE: Va bene… ma pensi che quando tu dici ‘a posto’ tu intenda la stessa cosa che intenderebbero gli altri? Se la mamma mette a posto le tue cose, sai dove ritrovarle?
FIGLIA: Mah… a volte… perché, vedi, io so dove mette le cose quando fa ordine…
PADRE: Sì, anch’io cerco di impedirle di fare ordine sulla mia scrivania. Sono convinto che la mamma e io non intendiamo la stessa cosa per ‘ordinato’.
FIGLIA: Papà, e tu e io intendiamo la stessa cosa per ‘ordinato’?
PADRE: Non credo, cara… non credo proprio.

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