Il tradimento e il suo paradosso

Tradimento come ricerca di conferme: in questo modo il traditore è vittima inconscia della conquista da parte delle donne. Aldo Carotenuto rovescia il cliché del seduttore, cogliendo la schiavitù della sua coazione a ripetere. Da: Aldo Carotenuto, Amare tradire. Bompiani

tradimento

Il desiderio di tradimento nasconde un’insaziabile sete di conferme, come se l’autostima non si fosse mai consolidata e sempre si manifestasse la necessità di ottenere rassicurazioni quotidiane sul piano della propria dimensione affettiva ed erotica. In queste situazioni è difficile parlare di “amore”, e comunque gli individui con questo tipo di equilibrio esistenziale provocano una grande sofferenza in chi cade nella rete. (…)Don Giovanni è l’esempio letterario più conosciuto di questa dinamica: è un uomo in fuga, del tutto incapace di una relazione autentica. È la figura del “seduttore”, dell’uomo che ha continuamente bisogno di una nuova donna nella quale suscitare una speranza che poi dovrà necessariamente deludere. Per il fatto di suscitare quella speranza egli viene intensamente amato, perché la donna ha immagazzinato sin dalla prima infanzia un bisogno inappagato di rispecchiamento; ella spera di diventare oggetto della dedizione, comprensione e rispetto di quest’uomo. In realtà egli viene non soltanto amato ma anche odiato perché non riesce assolutamente a soddisfare i bisogni della donna e finisce sempre con l’abbandonarla e tradirla. Un esempio letterario di questo tipo di uomo è il Frédéric Moreau dell’Educazione sentimentale di Flaubert. Osservando analiticamente questo personaggio vediamo che il seduttore fu, con ogni probabilità, un bambino vissuto con la certezza che qualunque ribellione verso la propria madre avrebbe comportato l’immediato abbandono da parte di lei. Esistono, infatti, figure materne estremamente fragili, che esigono il massimo sforzo di adattamento dal loro figlio e minacciano di abbandonarlo non appena egli trova un modo per dire di no. Da adulto egli cercherà nevroticamente di trasformare in “attiva” questa dinamica che ha subito da bambino: offrendo alla donna gratificazione e ammirazione e poi sottraendogliela all’improvviso (tradimento). C’è una vera e propria illusione di libertà in questi atteggiamenti, di cui il tradimento costituisce una delle ferite più brucianti. Dietro questa “libertà” si nasconde di fatto una profonda dipendenza, quella di un individuo che non ha il diritto di dire no perché sua madre non l’avrebbe sopportato. Naturalmente questa rappresaglia tardiva e deviata, questo ritorcere su altre creature femminili la sofferenza inflitta al “seduttore” dalla prima e più potente figura femminile della sua storia personale, non può saldare il conto e chiudere la partita.

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