Intelligenza emotiva e realizzazione di sé

L’  intelligenza emotiva non è una “dote” unica ma multipla e lo sviluppo della capacità di usare, riconoscere e gestire le emozioni nostre e altrui è altrettanto importante dello sviluppo dell’intelligenza. Da: Daniel Goleman, Intelligenza emotiva. BUR Universale Rizzoli

intelligenza emotiva

L’analisi del Q.I. spiega ben poco del diverso destino di individui con talenti, istruzione e opportunità approssimativamente simili. (…)Consideriamo i dati di uno studio attualmente ancora in corso su ottantuno studenti delle scuole superiori dell’Illinois, scelti fra quelli che tennero i discorsi inaugurali e di commiato per i corsi del 1981. Tutti, ovviamente, avevano le medie più alte della propria scuola. Ma per quanto essi continuassero a dare ottime prestazioni anche all’università, laureandosi a pieni voti, quando furono prossimi ai trent’anni avevano raggiunto quello che può considerarsi un livello medio di successo. Dieci anni dopo aver preso il diploma di scuola media superiore solo uno su quattro di loro si trovava al massimo livello compatibile con la sua età e molti erano decisamente al di sotto di quello standard. (…)E proprio questo è il problema: l’intelligenza accademica non offre pressoché alcuna preparazione per superare i travagli e cogliere le opportunità che la vita porta con sé. Tuttavia, anche se un Q.I. alto non è una garanzia di prosperità, prestigio o felicità, le nostre scuole e la nostra cultura si fissano sulle capacità accademiche, ignorando l’intelligenza emotiva – un insieme di tratti che qualcuno potrebbe definire carattere – immensamente importante ai fini del nostro destino personale. La vita emotiva è una sfera che, come sicuramente accade nel caso della matematica o della lettura, può essere gestita con maggiore o minore abilità, e richiede un insieme di competenze esclusive. La destrezza di una persona in tali ambiti è fondamentale per comprendere come mai alcuni soggetti abbiano successo mentre altri, intellettualmente non da meno, imbocchino vicoli ciechi: l’attitudine emozionale è una “meta- abilità”, in quanto determina quanto bene riusciamo a servirci delle nostre altre capacità – ivi incluse quelle puramente intellettuali.
Naturalmente, ci sono molte strade per avere successo nella vita, e molte sfere nelle quali vengono premiate altre attitudini. Nella nostra società, sempre più imperniata sulla conoscenza, la capacità tecnica è certamente una di queste. C’è una barzelletta da bambini che dice: “Come si chiama uno ‘stupido secchione’ quindici anni dopo?”. La risposta è: “Capo”. Ma anche fra “secchioni” l’intelligenza emotiva offre un ulteriore vantaggio sul posto di lavoro, come vedremo nella Terza parte del libro. Molti dati testimoniano che le persone competenti sul piano emozionale – quelle che sanno controllare i propri sentimenti, leggere quelli degli altri e trattarli efficacemente – si trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita, sia nelle relazioni intime che nel cogliere le regole implicite che portano al successo politico. Gli individui con capacità emozionali ben sviluppate hanno anche maggiori probabilità di essere contenti ed efficaci nella vita, essendo in grado di adottare gli atteggiamenti mentali che alimentano la produttività; coloro che non riescono ad esercitare un certo controllo sulla propria vita emotiva combattono battaglie interiori che finiscono per sabotare la loro capacità di concentrarsi sul lavoro e di pensare lucidamente. (…)

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