Fonti dell’autostima

fonti dell'autostima

Le fonti dell’autostima sono duplici: il possesso di capacità e competenze o dal possesso di caratteristiche più o meno apprezzate.
Nell’autostima che deriva dalla competenza personale, le persone si sentono orgogliose quando raggiungono il livello di risultati che considerano pregevole, cioè i loro standard di merito. Sono soddisfatte di sé quando fanno abbastanza bene ciò che per loro è importante saper fare e, viceversa, sono scontente di sé quando non riescono ad essere all’altezza dei loro standard di merito. Così, un modo per mantenere alta l’autostima che deriva dalla competenza consiste nel coltivare le proprie capacità negli ambiti di vita a cui si dà personalmente importanza. Spesso gli altri giudicano per qualche nostra caratteristica o per il nostro status sociale più che per ciò che sappiamo o non sappiamo fare. Per esempio, le persone che si trovano ai gradini bassi della scala sociale possono essere svalutate. Il giudizio altrui ha degli effetti importanti perché il senso di valore personale di ognuno tende a riflettere le valutazioni ricevute da altri. Così, nelle famiglie in cui c’è una forte conflittualità fra i coniugi, i figli possono crescere con una bassa autostima perché uno dei due genitori ritrova in loro certe caratteristiche che non apprezza nel coniuge e non nasconde il suo disprezzo.
Uscendo dall’ambito delle vicende private, che riguardano cioè in modo specifico le esperienze particolari di alcuni individui, si osserva che il senso di valore personale è influenzato anche dagli stereotipi culturali e dalla rispondenza delle caratteristiche personali a tali stereotipi. Spesso le persone vengono classificate in gruppi apprezzati o disprezzati sulla base della loro etnia, della razza, del sesso o delle loro caratteristiche fisiche. Poi vengono trattate con l’atteggiamento dettato dallo stereotipo sociale invece che dalla loro individualità. Nelle situazioni in cui viene dato rilievo allo stereotipo, le persone che ne sono vittime patiscono perdite di autostima. In genere le pratiche sociali di svalutazione poggiano su giustificazioni sociali che attribuiscono ai gruppi svantaggiati la colpa dei maltrattamenti che subiscono. E, se la svalutazione trova una giustificazione di questo tipo, può avere sull’autostima un effetto più devastante dell’antipatia aperta. Quando tale attribuzione di colpa al gruppo disprezzato è convincente, molti dei suoi membri possono arrivare con il tempo a condividere la caratterizzazione degradante che viene fatta di loro. Le persone che possiedono attributi denigrati dalla società, e che accettano le valutazioni negative dettate dagli stereotipi, avranno una bassa stima di sé indipendentemente dal loro talento.
Il giudizio altrui condiziona comunque anche l’autostima basata sulle competenze: spesso le persone sono oggetto di critiche e disapprovazione perché non riescono a essere all’altezza degli ideali o degli standard di aspirazione imposti da altri. Se quindi una persona fa propri certi standard troppo elevati, proposti o imposti da altri, condanna se stessa a una bassa autostima, poiché non riuscirà mai a essere abbastanza competente.
Come migliorare l’autostima. Dato che le fonti dell’autostima sono diverse, i metodi per favorirla sono molteplici. Le persone che possiedono competenze limitate, standard di autovalutazione elevati o attributi che la società denigra, sono quelle che più probabilmente nutrono un senso generale di svalutazione personale. Queste diverse fonti di autostima bassa richiedono diverse misure correttive.
L’autosvalutazione che trae origine dall’incompetenza richiede la coltivazione di capacità che possano favorire risultati positivi e, con essi, la soddisfazione di sé.
Le persone che si autodenigrano perché si giudicano sulla base di standard troppo elevati possono essere aiutate a adottare standard più modesti.
L’autosvalutazione che dipende da giudizi sociali svilenti richiede un trattamento più umano da parte degli altri, che riaffermi il valore della persona. Se l’autosvalutazione è la conseguenza di uno svilimento discriminatorio di attributi personali, può essere utile coltivare e incentivare un senso di orgoglio per tali attributi. Un esempio di questo approccio è dato dall’impegno di alcune minoranze per alimentare l’orgoglio per certe caratteristiche etniche (per esempio, “nero è bello”).

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Come aumentare l’autostima